mercoledì 1 ottobre 2014

RICORDARE PERCHE'

Oggi è di moda dire depressione, bipolarismo, analisi.
Parole che sostituiscono la parola paura.
Paura di vivere, ma soprattutto, di soffrire.
Gli altri scappano, quando sei depresso.
Io sono stata da un analista e mi sono accorta che, almeno nel mio caso, sostituiva un amico che io non avevo.
Non avevo ad ascoltarmi, non avevo a dirmi che andavo bene così.
Per professione, quell'uomo ha preso, per un pò, il posto di quello che tutti dovrebbero avere: un amico del cuore che ti capisce.
Entravo e sapevo che, per un'ora, un essere umano ci sarebbe stato.
Solo per me.
Ho imparato così il valore dell'attenzione.
Non era un amico prima di conoscerlo come analista e ancora oggi, che è il mio punto di riferimento per molte cose, il rapporto è ancora prendere e sorridergli per ringraziarlo.
La terapia non c'è più, ma lui mi permette di sentirlo, ogni tanto, per sapere come sto.
Pagare un essere umano per ascoltarti fa sì che tu abbia ben chiaro in mente che stai curando qualcosa, che la vita non ti ha regalato qualcuno che ti trova speciale e anche se questo può suonare triste, vi spiego perchè non lo è: come quando, da bambini, si passa la fase edipica e ci si innamora, nel mio caso, del padre, si ha bene in mente che non lo avremo mai.
Questo ci permette di crescere.
Diventiamo grandi amando nostro padre, ma innamorandoci di un uomo, degli amici, della vita.
Restare ancorati al genitore sarebbe per noi devastante.
L'analista mi ha insegnato come si costruisce una relazione, avendo sempre ben chiaro in mente che quella era una lezione, che io avrei dovuto imparare e crescere, che lui non era lì per scelta.
Io poi ho avuto la fortuna di avere un analista filosofo, che come me crede che nessuno si incontra per caso.
Dopo quattro anni, ci sentiamo per pochi minuti e posso dire che lo annovero tra le persone che mi ispirano, ne sono devota come di un idolo a cui devo la crescita.
Un padre che, non essendo mio padre, ha potuto con distacco nutrirmi.
Ho imparato, da lui, che la sofferenza non è debolezza, che ci vuole, per crescere, per capire chi siamo.
Senza sofferenza non c'è sensibilità e senza quest'ultima non c'è umanità.
Niente amore, gioia, felicità.
Siamo così occupati a essere forti, che non siamo più felici.
Quando il libro "The Secret" uscì, tutti puntarono l'attenzione sulla forza, sull'attrazione a sè di cose che danno l'immagine dell'uomo, o donna, di successo.
Ma la legge di attrazione non è una legge fatta dall'uomo, ma fatta dal Creatore.
Esiste, ma non è piegata al nostro ego smisurato, non è fatta per accumulare, ma per rendere felici, per aiutare l'umanità.
Svuotata del buono e dell'amore che in essa c'è, come in tutte le leggi, ne abbiamo fatto un bancomat che spesso non funziona.
Perchè ci siamo dimenticati della sofferenza.
Ci siamo dimenticati che la vita è una sfida e, come tutte le sfide, deve essere fatta di tante cose.
La vittoria, per chi ha fatto la legge di attrazione, non è la ricchezza, il dominio sugli altri.
Quello è ciò che promette il diavolo a Gesù nel deserto.
La vittoria di tutte le leggi, è saper accettare la nostra umanità, il nostro percorso, cercando di non ostacolarlo.
Questo voleva dire "The Secret", non farci diventare robots da soldi, infelici smargiassi che, quando va male secondo i nostri canoni, ci incolpiamo di essere deboli e incapaci.
No, la legge di attrazione ha in sè il seme della rinascita, racchiuso nella frase"imparare a distaccarsi dai risultati"
Noi ci siamo dimenticati, come di molte frasi celebri del Vangelo, ma doppie, fermandoci ad "Ama il prossimo tuo", cosa impossibile senza il "come te stesso", impossibile capire l'inizio, se non si capisce la fine.
Noi poniamo ostacoli con la nostra paura, con la nostra mancanza di fede, ostacoliamo il percorso che ci farà tornare a casa.
Che potrebbe essere irto di ostacoli, di avversità.
Accogliere il dolore con coraggio, questo è essere sublimi.
Anche quando si dichiara la resa.
"Questo voleva fare quel libro.
Voleva ricordarci che siamo umani, quindi pieni di ostacoli che impediscono la nostra realizzazione.
Ricordarci che l'anima sa sempre quello che fa, anche quando lascia che accada qualcosa che il mondo ritiene 'sbagliato'.

Questo fa l'analisi.
Questo dovrebbero fare gli amici.
Ricordarci perchè si soffre.
Ricordarci perchè siamo qui.
E lasciar rispondere la vita.

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