sabato 27 settembre 2014

LO SPECCHIO


La tristezza e la felicità sono percezioni dell'anima, che interpreta la realtà e decide cosa pensarne.
Ma perchè scegliamo di essere felici o tristi?
Qualcuno dirà che non si sceglie di essere felici o tristi, capita.
Provate a immaginare, invece, la vostra vita in modo diverso.
Facciamo un esempio che può essere capitato a tutti: da bambini abbiamo fatto qualcosa di banale, chiamato la mamma, sorriso allo zio, e ci hanno fatto complimenti sperticati.
Siamo cresciuti e abbiamo fatto qualcosa che A NOI è sembrato fantastico, ma è passato inosservato, nessuno di quelli che ritenevamo quelli che ci amano, si è accorto di noi.
Come spesso succede, crescendo è arrivato qualcun altro che, solo per sorridere, attirava l'attenzione di tutti.
E abbiamo, nel nostro piccolo, cominciato a fare due conti: forse non valgo granchè, se basta un tipo di tre etti a mettermi in ombra.
Ma se la mamma e il papà ti amano come mai nessuno saprà e non ti calcolano, quanto puoi aspettarti di attirare l'attenzione degli altri?
Cresciamo, cominciamo a capire che non è poi così tutto o bianco o nero.
Ma solo in superficie.
Sotto sotto pensiamo ancora come un bambino.
E cominciamo a mettere in pratica quei calcoli innocenti di tanti anni prima.
Pur di non vedere cosa crediamo di non essere, siamo pronti a sparlare, sminuire, denigrare, catalogare.
E così creiamo 'gli altri', quelli che non sono buoni, quelli che ne approfittano, una massa di persone non per bene da cui stare alla larga.
E per non guardare i nostri limiti, che prima o poi arrivano per tutti, sminuiamo i talenti degli altri.
Lo facciamo senza accorgercene, con frasi del tipo: stai con i piedi per terra, devi pensare al futuro, scendi a compromessi.
Non crediamo più in noi e non crediamo negli altri, perchè sarebbe troppo doloroso accettare quel pensiero bambino di non valere niente.
La gioia viene se conquistiamo qualcosa che ci fa sentire importanti: l'amore di qualcuno, le relazioni affettive, un lavoro e una posizione sociale, abbiamo tutti cose che ci rendono felici.
E diventiamo tristi quando qualcosa ci ricorda quel timore infantile di non valere abbastanza.
Così se non riusciamo nella vita, se qualcuno riesce e noi no, diventiamo tristi.
Depressi.
Soli.
Se imparassimo a capire che le emozioni sono giochi di specchi che l'anima fa per non guardarsi, perchè qualcosa, tanto tempo prima, l'ha spaventata, capiremmo come fermarli, questi giochi.
Chiudiamo gli occhi: proviamo a ricordarci chi siamo davvero.
Siamo creature profondamente amate da chi ci ha creato.
Si, dirà qualcuno, ma io sono ateo.
Ok, profondamente amate da qualcosa che li ha fatti arrivare fin qui, fosse il nulla.
Siamo creature perfette, ma con una grande, sconosciuta paura: non essere amabili.
Noi vorremmo, a tutti i costi, essere amabili.
E non è essere amati, qualcuno che ci ama lo avremo sempre, ma essere amabili e quindi ogni indifferenza o no ci annientano.
Possono essere no fisici, qualcuno che proprio non ci vuole.
Ma possono essere no emotivi, qualcosa che va storto, qualcuno a cui va meglio, qualcuno che osa sognare di essere amabile.
A occhi chiusi, pensiamo invece a come siamo belli, a come siamo vulnerabili e quindi capaci di amare e gioire e ridere e piangere.
Pensiamo a come siamo bravi a venire in questa vita, crescere, superare le avversità, cadere e rialzarci.
Adesso apriamo gli occhi: vediamo come tutti gli altri noi stessi che abbiamo costruito nella vita, quegli altri sè, di cui investiamo gli altri del peso e dell'annientamento, sono solo riflessi in uno specchio assassino di quel nostro, vero IO che è bellissimo.
Si chiama proiezione.
Si chiama non gioia.
Si chiama "io non vivo bene, ma faccio vivere cento me male"
Godete la vita, lasciate perdere i paragoni, i ricordi, quello che avete fatto e credete di non aver fatto bene.
Salutate i vostri riflessi, ringraziateli di avervi protetto, ma che ora ce la farete da soli.
E' un esercizio meditativo.
Fatelo.
crediti per le immagini
photo credit: <a href="https://www.flickr.com/photos/marcp_dmoz/4178675792/">marcp_dmoz</a> via <a href="http://photopin.com">photopin</a> <a href="http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/">cc</a>

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