domenica 5 ottobre 2014

SOLITUDINE: TU COME STAI?

Molti anni fa ero sposata.
Quando me ne andai, scoprii che quando un uomo mi chiedeva un numero di telefono, o cercava di rivedermi, io mentivo e sparivo.
Così per qualche anno.
Poi cominciai ad accettare relazioni brevi, ma che non includevano mai il condividere uno spazio di vita, o giorni e notti interi.
Mi dicevo che era perchè non ero innamorata, che se fosse arrivato quello giusto, allora sarei guarita.
Ma doveva esserci qualcosa in me, perchè non avevo nemmeno amici, nessuno mi cercava e nessuno veniva a casa mia.
Quando feci il corso di life coaching, con annessa terapia di tirocinio, il terapista, un giorno, mi disse:
"Federica, tu hai organizzato la tua vita in modo che esci e trovi, ma non vuoi che qualcuno entri nel tuo spazio vitale"
Io mi arrabbiai molto, segno che aveva centrato la verità, ma mi opposi.
"Io soffro per essere sola!" inveivo con forza
Ma era vero.
Io avevo la libertà totale, libertà che dona solo la solitudine.
Preferivo soffrire la solitudine che soffrire la compagnia.
Cominciai così a lavorare partendo da quello.
Io stavo bene sola.
Ma per una falsa tranquillità, data dal non essere messa in discussione, mai dover spiegare.
Cosa volevo dalla vita?
Amore, certo, lo vogliamo tutti.
Ma poi?
Io volevo la felicità.
La felicità non è data da qualcuno che decide di vivere con te.
La felicità non è qualcuno che divide la sua vita con te e nemmeno da amici che ti cercano.
La felicità è data da una solidità che costruisci da sola.
In privato.
E se sei ferita, come lo ero io, come lo sono ancora in molti punti, devi stare sola.
Così, ho cominciato a non 'soffrire' più la solitudine, ma a viverla.
E ho scoperto che non ci si abitua alla solitudine, ma la si vince.
Non ci si rassegna a restare soli, senza affetti, senza legami, ma si creano quelli che desideriamo.
Io voglio amici che non mi danno impegni, che cercano da me conforto, amore, coraggio, ma non me ne danno.
Chissà perchè.
Io ho due figure che cerco quando voglio essere consolata, due persone che amo, ma che non sono quelle che verrebbero da me se fossero in difficoltà.
Sono lontane, vivono la loro vita e io non ne faccio parte.
I miei compagni di avventure sono persone che mi amano perchè ci sono, perchè li ascolto, perchè sanno che correrei nella neve per tirarli fuori dal buco in cui si sono cacciati.
Messa alle strette, io mento, racconto fandonie che fanno perdere la gente come i racconti che scrivo, lasciando che chi è entrato nel mio spazio si perda in un bosco di fiabe da cui non ritornerà.
Io cerco di vivere in un castello da cui domino la vallata e non perchè mi senta superiore, ma perchè tutti siamo dotati di caratteristiche che ci fanno unici, che ci provvedono le cose che servono per fare della nostra vita una vita utile.
E io sono fatta per incoraggiare, sostenere.
E sparire.

Amo la gente, amo essere utile, farla sorridere, farla sentire migliore.
Ma amo la solitudine e l'isolamento, da cui uscire quando lo dico io.
Ho passato una domenica pomeriggio da sola e sono felice e non lo dico perchè voglio che pensiate che sono felice, sarebbe più facile non scriverlo, non credete?
Sono felice perchè io so cosa voglio.
Io so che cercavo una forza che gli altri non mi potevano dare.
E l'ho trovata.
Adesso, gli altri possono entrare nella mia vita senza mettermi ansia.
Sono felice perchè posso dire che la solitudine non è una ' cosa' che ci sbatte in un angolo, ma in qualche modo l'abbiamo cercata, anche quando sembra che la sopportiamo.
Cercate di scoprire perchè la vostra anima vi ha chiesto di restare soli.
Perchè come dice mia sorella "L'anima sa sempre cosa sta facendo"
E, stranamente, poi le persone giuste arrivano, come chiamate da un'invisibile luce....

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