venerdì 20 marzo 2015

ECLISSI

Quando ero bambina, andavo con i genitori a messa, la mamma si metteva il velo. Avevamo in casa un velo per uno, noi figlie, e si teneva da conto.
Adesso non li trovo più.
Come non trovo più tante tradizioni: la coperta di piquet, la tovaglia di sangallo, il grembiule da cucina con la pettorina.
Oggi, abbiamo l'iPad, il pc, gli amori, i tradimenti, i divorzi e i lavori persi.
Quando ero bambina, tutti avevano la possibilità di lavorare.
Gli anni 60 furono mitici: sognavano tutti.
Ma poi, ci siamo svegliati.
Davanti a questo casino: il mondo come lo abbiamo forgiato noi di quella generazione.
Negli anni '70, i ragazzi si ribellarono a tutto: tradizioni, guerre, regole e questa energia venne incanalata in una filosofia che chiamarono 'new age', nuova era.
Si parlava d'amore, perchè i giovani erano stufi della guerra in Vietnam, dell'odio, dei morti e dei padri mai tornati a casa, dei figli ventenni ammazzati sul campo.
Noi abbiamo visto quei ragazzi diventare i nostri genitori, pieni di gioia e speranze.
Loro, che venivano dalla Grande Guerra, hanno provato sì le droghe pesanti, ma non si sono fatti fregare, hanno smesso, hanno cominciato a lavorare, a fare famiglie, a credere in qualcosa.
C'era chi è diventato imprenditore, chi artista, chi operaio, ma tutti sapevano che il loro posto nel mondo valeva qualcosa.
Poi siamo arrivati noi.
Con la tv, i pasti caldi sicuri, la scuola gratis e l'univrsità per tutti.
I mutui perchè il lavoro era garantito, le vacanze al mare e i genitori che aiutano a sposarti.
E abbiamo pensato che era una figata, le cose piovevano dal cielo e così perchè non pensare in grande?
Dallas, Dynasty, J.R. Ewing che fa a pezzi gli avversari in affari.
I soldi, abbiamo pensato, sono la felicità del futuro.
E ci siamo drogati fino a distruggerci, ci siamo odiati fino a vederci di colori diversi, di religioni diverse, di territori diversi.
Tutto, in fondo, perchè volevamo più denaro, più potere.
Denaro e potere ci garantiranno il futuro solido che ci hanno regalato i genitori, ci dicevamo.
Invece i nostri genitori avevano avuto successo perchè credevano in qualcosa, non nei soldi.
Noi siamo corsi dietro alla Legge di Attrazione per far apparire macchine di lusso, case da invidia, lavori da sogno.
E siamo rimasti delusi.
Perchè l'universo è architettato per dare a ognuno il suo posto, per fare disegni che avvantaggiano tutti.
Un santo russo diceva, a chi gli chiedeva cosa facesse, "Aiuto Dio a tenere pulita la mia città".
Faceva lo spazzino.
Oggi, la mia generazione ha persino schifo a dirlo, spazzino: operatore ecologico.
Abbiamo vergogna del piccolo, del debole, di chi arranca e di chi non ce la fa.
Aiuttiamo per sentirci utili, per sentirci buoni, ma bisogna aiutare per sentirci uguali.
La crisi ci ha livellato, ci ha pulito il cuore.
E anche se sono rimasti quelli che la crisi non la sentono, che sono rimasti pigri, arroganti e tristi, che si lamentano perchè le vacanze non si fanno più lunghe come una volta, anche se sono rimasti quelli lì, ci sono quelli nuovi, quelli che si sono scoperti amici dei più deboli.
Sono loro che mi hanno ridato la fede.
La fede in un mondo che cambierà ancora.
In un mondo dove esisterà sì l'iPad, ma ce lo scambieremo.
Un mondo dove tutti avranno un posto, fosse anche quello di dimostrare che l'uomo ha un cuore grande.
Sempre.
Dopo un'eclissi, il sole torna sempre al suo posto e tutto ricomincia.

martedì 3 marzo 2015

TUTTI CONOSCIAMO UN ROMPIPALLE

Per quanto ci isoliamo, selezioniamo le nostre amicizie, li sistemiamo al loro posto, i rompipalle riescono sempre a re intrufolarsi nelle nostre vite.
Hanno una capacità mimetica che sorprende: sembrano persone normali, ma soprattutto diverse da quelle che abbiamo scacciato, eppure scatenano la loro abilità solo quando fanno il danno maggiore.
Alcuni di loro sono deleteri, perchè aggiungono alla loro abilità, innata, ne sono certa, una ostilità verso il mondo che riduce la loro percezione del danno e quindi tendono a far loro aumentare le energie per provocare deflagrazioni ampie e ben assestate.
Il rompipalle è ovunque: a volte in famiglia, più spesso acquisito tramite amicizie o luoghi lavorativi, ma nessuno di noi ne scampa, nemmeno il rompipalle.
Perchè anche se è vero che tra loro diventano amici, non possono fare a meno di rompere le palle e quindi tendono a fare due cose: procurarsi vittime a vicenda o annientarsi con accorgimenti che li sifiniscono e li rimettono in libertà.
Hanno anche una prerogativa, i rompipalle: accettano tutti nel loro gruppo.
Eh, sì...vi sarebbe piaciuto che avessi finito qui, vero?
Invece no: tutti, a volte, siamo i rompipalle di qualcun altro.
Non ci resta, al di là della divertente autoironia che ci concediamo quando proprio ce ne rendiamo conto, non ci resta, dicevo, che avere la carità di fare il meno danno possibile.
Ma quando capita che il rompipalle non siamo noi, visto che chi ci subisce non avrà pietà, possiamo scatenare le nostre qualità oratorie, o manesche se proprio ci vuole, e rimetterli al loro posto.
Come?
Ci sono due modi: quello classico, rispondendo a tono, cacciandoli nel buco fognario da dove sono venuti, ricordando loro che anche se sembra una vita, la loro non è che una fogna da cui escono per rompere le palle.
Oppure, ricordando che tutti rompiamo le palle agli altri perchè, in fondo, un pò di fogna nella vita capita a tutti e noi, esseri umani, abbiamo solo imparato, in secoli di vita, a farla pagare agli altri, possiamo usare il metodo due.
Il metodo due è più difficile, faticoso e non da la soddisfazione di scagliarsi contro un essere umano la cui unica colpa è di essere in un suo, personale momento di merda.
Possiamo cercare di lasciarlo dire, pensare che non è personale, noi o un altro romperebbe le palle lo stesso, e se proprio fa danni, dirgli apertamente in faccia: tesoro, starei qui a fartela rimenare per ore, ma mi hai rotto le palle e adesso se non ti levi potrei usare il metodo tre.
Il metodo tre?
A voi l'immaginazione :)