lunedì 13 luglio 2015

NON ARRENDERSI MAI

In Grecia, pare che la popolazione, mentre i politici litigano, si sia fatta furba: comprano con coscienza il cibo, i cassonetti sono mezzi vuoti e chi ha denaro aiuta chi non può mangiare.
Insomma, nella difficoltà, i Graci hanno riscoperto l'umanità, la compassione e l'empatia e si sono ingegnati per risparmiare e buttare il meno possibile.
Qualche settimana fa, mi hanno regalato molti pomodorini.
Troppi, per una persona, e destinati, se non ci si ingegna, ad essere buttati.
E io, che mi sono ingegnata nella povertà, ho fatto tante ricette e li ho salvati.
Così per lo yogurt, regalatomi in quantità davvero enormi per una persona sola.
Ho scoperto che esiste un formaggio, il labneh, libanese, fatto con lo yogurt.
E ne ho prodotto in grande quantità, usandolo per cucinare e da spalmare.
Faccio in casa il tofu con il latte di soia.
Faccio il pane, il formaggio, la pasta e ho imparato a mangiare sano, dopo l'orgia di carboidrati, che tutti noi poveri conosciamo per essere a buon mercato e la prima componente dei pacchi regalo delle associazioni.
Ho cercato di spiegare alle associazioni che non bisogna inondare le persone di carboidrati scadenti, pensate che in questi mesi, la Caritas offre il pane per hamburger confezionato, pane invenduto e ci si domanda come mai, visto gli additivi che ne alterano il sapore.
Il povero che ha gratis quel pane, lo mangia.
Ma sarebbe meglio insegnare a usare le spezie, a usare le farine per fare piatti con verdure, ricavare dal latte il formaggio e dai legumi delle hamburger vegetali.
Io ho imparato.
E ho imparato come la difficoltà mi ha fatto riscoprire la gentilezza della gente, l'empatia, la generosità.
E' doloroso chiedere.
Chiedere sempre, per tutto.
Perchè la gente pensa che ne approfitti.
Invece non c'è lavoro.
Ti senti dire cose terribili.
Cose che non dimenticherai mai più.
Ma insieme, ci sono cose che non dimenticherai per la loro bellezza, come gli amici che mi hanno detto "tu fai la spesa di verdura là per sempre o finchè non ti rimetterai in piedi"
Tanti amici che mi aiutano senza chiedere niente.
Senza dubitare mai della tua onestà.
L'onestà.
Ti fa sentire male, l'onestà, perchè sai che, in fondo al cuore, un giudizio sulle tue richieste c'è e se non ci fosse, te lo costruisci.
Non arrendersi, dice il titolo.
Perchè lo devo a chi mi aiuta.
Lo devo alla mia anima, che mi ha accompagnato in questi giorni bui.
Sono dove Dio vuole che sia e per quanto non mi piaccia, serve alla mia anima essere senza la dignità di un lavoro.
Ma sono diventata forte, sono diventata compassionevole.
Sono diventata umana.
Qualunque difficoltà stiate vivendo, chiedetevi cosa vuole Dio da voi, quale azione cambierà la vostra vita.
Siamo tutti importanti, un gesto, una parola, cambiano il mondo e forse voi l'avete già cambiato.
Le difficoltà non determinano il valore di un uomo.
Cosa fa di quelle sfide decide il suo valore.

mercoledì 1 luglio 2015

AUNG SAN SUU KYI E IL SUO CORAGGIO

Questa mattina, pensavo al coraggio, all'eroismo, a come ci si trova in situazioni dove ci vuole forza e non si può scappare.
Subito mi è venuta in mente Aung San Suu Kyi, perchè ho sempre ammirato la forza con cui ha affrontato il suo isolamento, la morte del marito a migliaia di chilometri, senza poterlo sentire se non sporadicamente e per poco, durante la malattia.
Mi sono chiesta se chi si trova in situazioni estreme le affronterebbe, potendo decidere prima.
Intendo prima che accadano: prima di restare bloccati da un governo ostile, prima di diventare un target per la camorra, come Saviano, insomma: saremmo eroi potendo scegliere?
E così, subito dopo la grande eroina del Myanmar, ho pensato a una signora che conosco, che sta affrontando la malattia del figlio di 24 anni.
E a un'altra che il figlio l'ha perso, preso da una malattia.
E credo che tutti abbiamo la forza di sopravvivere a situazioni estreme, che chiedono coraggio.
Tutti andremmo ricordati con lo stesso, devoto, stupore.
Oggi voglio celebrare, insieme al coraggio di Aung San Suu Kyi, quello di tutte quelle persone che hanno visto spegnersi qualcuno che amavano più della loro vita, che vedono la tavola apparecchiata per i loro figli e non hanno da mangiare, che vedono la guerra e mettono un figlio piccolo su un barcone che mandano verso l'ignoto.
La vita non dovrebbe creare eroi: la vita dovrebbe essere bella, difficile forse, ma bella.
E non c'è niente di cui andare fieri, se una donna affronta un isolamento di decenni, o un uomo come Mandela 27 anni di prigione, per un'idea.
Non c'è niente da festeggiare se un essere umano affronta il dolore, la paura, l'umiliazione, perchè la forza che mettiamo nell'ammirare l'eroe, va spesa per fare di questo mondo un mondo migliore.
E non vi ingannino le battaglie di questi giorni, i matrimoni gay che fanno esultare, le decapitazioni e le sparatorie sulle spiagge che fanno inorridire, perchè la nostra battaglia dovrebbe essere per non odiare l'altro, per non crederci superiori per un'idea invece di un'altra.
Un mondo migliore non avrebbe eroi, non avrebbe San Suu Kyi e non avrebbe la mia amica che piange un figlio, morto perchè chi governa la Terra l'ha inquinata e ci fa morire quasi tutti di tumore.
Mentre ci commuoviamo, e credetemi quando dico che ho pianto vedendo il film sulle vite di Mandela e Suu Kyi, gridando al cielo come mai ha permesso tale ferocia; ma mentre mi commuovo
, io lotto per un mondo migliore, un mondo dove forse il mio carattere fumino aggredisce spesso, ma chiede scusa; un mondo dove io non so da che parte cominciare, ma chiedo agli altri.
Un mondo dove non ci saranno più eroi perchè non servono.