giovedì 16 ottobre 2014

DIO E' GIUDICE, PADRE O COSA?

Ieri ho conosciuto un adorabile signore, di cui non so neppure il nome, che si occupa di carità a Chiari. E' un signore normale, in pensione, silenzioso e discreto, che se ne stava in coda davanti a un magazzino che distribuisce viveri per i poveri, gratis. Lui veniva da una uguale coda a Crema, dove aveva caricato decine e decine di chili di uva per la mensa dei poveri, è rimasto con me due ore in piedi ad aspettare il suo turno e poi, caricato il furgone di mele e pere, correva a Chiari, dove lo aspettava un altro servizio.
Così tutti i giorni.
E sorrideva, era davvero sereno.
Molto più di tante persone che ho incontrato e che fanno una vita decisamente più tranquilla.
Come mai è così difficile aiutare gli altri?
Stamattina, felice perchè un amico mi ha regalato del denaro, me ne sono andata a zonzo al mercato, comprando niente, ma contenta che, volendo, qualcosa avrei potuto, dopo mesi di nulla.
Si avvicina un ragazzo e mi chiede la carità; io guardo e ho 50 centesimi, oppure banconote da venti.
Decido di non dargli più dei 50 centesimi.
Lui mi dice "Ma io ho fame"
Anche io ricevo cibo nella carità e mi sembrava di fare un torto a chi mi regalava quel denaro, darne venti a lui.
Gli ho ripetuto no.
Ma mi sono sentita da schifo.
Perchè io li avevo, in quel momento, e nessuno poteva dirmi che la mia vita non sarebbe finita prima di terminare i soldi che avevo.
Ma non glieli ho dati.
E una vocina dentro mi ripeteva
"Federica, non è che devi fare cose che non vuoi, o sforzarti. Devi solo capire a che punto sei. Oggi, la tua anima ha imparato che a volte dai con gioia, altre ti spaventi e trattieni quello che hai, temendo che Dio non provvederà a te, come nei giorni precedenti"
Sono sicura che era Dio a suggerirmi quei pensieri.
E' vero, quando il frigo è vuoto e nessuno mi aiuta, io vado nel panico.
Ma Dio mi ha aiutato spesso, anzi sempre.
Allora, cosa mi ha trattenuto?
Dio non vuole che facciamo le cose per Lui.
La nostra abitudine a dare a tutto un prezzo e un valore ci ha fatto costruire un dio giudice, che ricompensa o perdona tanto quanto noi siamo pentiti o bravi.
Poi è arrivato Gesù e ci ha detto che Dio è padre.
E noi siamo rimasti spiazzati.
Come potevamo far confluire un giudice con un padre?
E via al padre padrone, quello che devi obbedire altrimenti sono guai.
Dio non ha bisogno delle nostre buone azioni, se non le facciamo, trova qualcun altro: siamo noi ad avere bisogno delle nostre buone azioni.
Ecco come Dio diventa padre: dicendoci cosa ci fa bene e cosa ci farà perdere tempo.
Un padre che dice al bambino "Guarda prima di attraversare la strada" non lo fa per il piacere di vedere il bambino terrorizzato ma per insegnargli a interagire con le auto che passano.
Vuole che suo figlio non sia investito.
Chiedete a un genitore se non darebbe la vita per suo figlio, quindi non è per non vedere morire il figlio che gli spezzerebbe il cuore.
No, lo fa perchè vuole che suo figlio viva.
Ma noi no, noi vogliamo che ci sia un motivo, per essere buoni.
Noi vogliamo che questo ci renda felici, che ci dia qualcosa in cambio.
E se siamo stati buoni, ogni tanto, ci vergogniamo del nostro ego.
Ma Dio, che lo sa, ci dice ogni giorno "Fai così e sarai felice" perchè quel piccolo ego che ci tiene in piedi ce l'ha messo Lui.
Quindi l'ego non è da mortificare, ma da usare per capire Dio un pò di più.
Chi fa la carità e si spende per gli altri, capisce Dio un pò di più, così si sente più amato.
Ed è felice.
Facciamo anche poco, se in quel momento è quello che ci rende felici, facciamo anche pochissimo, solo quello che ci fa sentire bravi. Buoni.

Dobbiamo usare ciò che Dio ci ha dato per raggiungerlo, perchè se l'autocompiacimento e l'egoismo non fossero utili, Dio ce ne libererebbe alla prima preghiera.
Invece, usiamoli per capirlo di più, per elevarci di più, il come lasciamolo a Lui.
Io, intanto, ho fatto due ore fuori da un magazzino e mi sono sentita buona e poi ho rifiutato venti euro a un povero e mi sono sentita da schifo.
E Dio c'era in tutti e due i casi.

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