venerdì 26 giugno 2015

FERMARSI A PENSARE

Da qualche giorno, il mio corpo fa le bizze.
Niente di grave, dice il dottore, ma intanto io mi sento stanca, debole e ho un sacco di problemi.
Tutto è cominciato dopo che un'associazione che si occupa di aiuto a chi è svantaggiato, mi ha detto di non avere fondi per farlo.
E' già capitato, si è risolto, Dio provvede sempre, ma io, da quel giorno, non sono stata più la stessa.
Si è aggiunto che una persona, forse per stupidità più che per cattiveria, ha infilato una serie di aspri commenti sul mio stato, e le mie emozioni si sono impadronite del mio stomaco, della mia ragione e dei miei giorni.
il mio corpo mi ha costretto a fermarmi, guardare in faccia la realtà, smettendo di fare le mille cose che faccio per non pensare che sono disoccupata.
E quello che vedo non mi piace.
Non mi piace vedere che trattengo nella mia vita persone sinistre, che dovrei non cercare più, visto che Dio mi manda molte persone splendide che mi arricchiscono emotivamente.
Non mi piace vedere che invecchio, che tante cose diventano faticose e io non posso scegliere che lavoro fare.
Ma, soprattutto, non mi piace vedere quanto male ancora mi fanno le intemperanze degli altri, dopo che ho imparato che gli altri reagiscono alla vita con quello che hanno.
Alcuni che ritenevo amici, si sono allontanati nella povertà, come se io ricordassi loro che può succedere, mentre altri, che nella ricchezza non mi hanno frequentato, sono stati più vicini e veramente mandati da Dio.
Gli altri, parlo di chi fa aspri commenti e giudizi feroci sul mio stato, sono in fondo persone deboli, che sperano sia davvero colpa mia non avere un lavoro, perchè altrimenti significa che loro potrebbero perderlo.
Ho visto come chi è feroce con chi 'non lavora' ha avuto il suo stato lavorativo per raccomandazioni e conoscenze che, beninteso, non critico, ma che hanno dato un grande aiuto.
Approffitare di chi si conosce per lavorare è un'ottima cosa, anche io chiederei prima a un amico di consigliarmi un collaboratore, e io non critico questo, ma l'ottusità di non capire che questa società ha triturato molti di noi, emarginandoli per inadeguatezza, come l'età o un'intelligenza limitata.
Quello che vedo oggi, e che mi fa ammalare, è che ancora mi fa male, e ancora credo, chi dice che se mi va bene è così, altrimenti mi arrangio.
Ecco, ho scoperto che è questa la verità che non voglio accogliere: quando si è poveri, bisogna adattarsi, diventare vittime di chi si, sul nostro cammino, si trova il potere di umiliare gli altri.
Allora se troviamo persone buone, queste scelgono di rialzarti; ma se le persone che ci aiutano sono grette, allora ci diranno che è colpa nostra se siamo poveri, non loro che non ci aiutano.
E dobbiamo accettare, serenamente, che non sempre le persone sono buone.
In questi giorni alcune persone sono state con me molto buone e gentili e questo mi ha aiutato a scrivere queste parole, nonostante tutto.
Ma, ancora, devo accettare che il povero è umiliato al di là della sua condizione, lo è anche gratuitamente.
E deve esserci un motivo trascendente.
O impazzirei

sabato 13 giugno 2015

GLI AMICI

Nessuno può vivere senza amici.
Parlo di molti tipi di amici ed è importante ricordarlo, perchè spesso, ciò che ci delude negli altri non è il loro comportamento, ma l'errore che abbiamo fatto a collocarli nella nostra vita.
Qui parlo delle persone a cui vogliamo , in un modo o nell'altro, bene.
Ci sono le persone che lavorano con noi: alcuni li ammiriamo, altri semplicemente vanno daccordo con noi.
Raramente, qualcuno al lavoro diventa un nostro vero amico.
Il perchè è presto detto: lavorare insieme significa condividere le grane, gli errori e i malumori e non sempre si ha voglia, poi, di condividere la spensieratezza che quelle grane dovrebbe far dimenticare.
Al lavoro diamo il potere di renderci sicuri, per il salario e il prestigio sociale, quindi è troppo importante per poterlo dimenticare in un'amicizia intima.
Poi, ci sono le persone che, per qualche motivo, sono nella nostra vita e che ci piacciono: amici d'infanzia, mogli e mariti di amici d'infanzia o colleghi; insomma le persone che vediamo e piano, piano impariamo ad aprrezzare. Ce le troviamo magari a una cena, o a un incontro, e sentiamo di aver trovato qualcuno che ci capisce, che ride con noi.
E poi ci sono loro: le anime affini, quelli che ti fanno sentire che non sei solo su questa Terra; loro provano quello che provi tu, capiscono le tue battute, perchè le fanno anche loro.
Le anime affini sono amici di quelli che lasciano tutto per venire da te, che se non ti sentono due giorni sentono la tua mancanza.
Insomma, loro sono le persone che ti fanno sentire speciale, perchè sei speciale.
Loro, quando c'è qualcosa nella tua vita che non funziona, sono lì a dirti che gli vai bene lo stesso, che anzi gli piaci proprio perchè sei tu.
Ci litighi, ma poi torni, perchè vi mancate.
Ecco, sono questi che, se un giorno dovessero ignorarti, non ti troveranno più.
busseranno, ma tu non troverai pèroprio la chiave del tuo cuore.
E farai di tutto per aprire, butteresti giù la porta: cerchi di sorridere, cerchi di far finta di niente, ma non si apre.
E fingi, pensavi che non l'avresti mai fatto e invece fai finta che va tutto bene.
Pensi che non devi essere permaloso, che sei tu che devi darti una calmata.
Invece, gente: chiedete perdono e perdonate quando ve lo chiedono.
Ma, se vi sentite feriti, il 90% delle volte avete indovinato e se sparite e non vi cercano, allora pensate seriamente di cambiare amici.
Capita, nella vita.
Lasciate chi vi addossa la colpa del loro comportamento.
Se aveste fatto qualcosa, dovevano dirvelo.
Se non avete fatto niente, nessuna scusa è abbastanza buona, per sparire.
E ricordatevi, niente è per sempre, ma ogni amico che va, o che arriva, vi ha regalato qualcosa.
Quello è per sempre.