venerdì 28 novembre 2014

L'ANSIA

L'ansia la conosciamo un pò tutti: arriva inaspettata, le apriamo la porta per vedere chi è e lei mette il piedino dentro e s'infila. Quando ormai è troppo tardi, ci ritroviamo a preoccuparci di tutto, dal 'ho chiuso il gas?' a 'la CIA mi spia'.
Gli attacchi d'ansia e gli attacchi di panico sono parenti, ma sono due cose diverse: i primi sono maneggevoli, puoi sgridarli e loro passano, mentre i secondi, se li sgridi, ti mandano dritto all'ospedale con i sintomi di un infarto, o di un attacco d'asma e solo i medici capiscono la differenza tra una cosa seria e l'attacco di panico.
Anzi, il pericolo è che li confodano al contrario.
Gli psichiatri li conoscono bene e sono gli unici che non ne ridono e non li deridono: l'attacco di panico simula perfettamente l'infarto o altre condizioni che mettono a rischio la vita.
Perchè è esattamente quello che il nostro cervello vuole dirci.
C'è un momento, nella nostra vita, in cui abbiamo lasciato correre troppo, abbiamo creduto agli altri troppo, abbiamo deciso che era colpa nostra, che eravamo noi gli inadeguati...troppo.
Allora ci dice "Ehi, guardati...se non cambi, finirai con l'ammalarti".
Gli attacchi d'ansia sono l'allarme, il nostro cervello dice "Guarda che stai esagerando, non costringermi a diventare severo".
Gli altri, come noi, hanno le loro opinioni, i loro giudizi, fatti seguendo direttive esterne, condizioni a loro volta subite; ci attaccano e ci definiscono, si comportano bene o male seguendo direttive interne che hanno imparato per difendersi.
E ci scartano.
Così noi pensiamo che è meglio lasciar correre, per non perdere nessuno.
Quanti di noi, per il famoso e famigerato 'quieto vivere' lasciano correre, per tenersi un partner, per tenersi un lavoro.
Molti finiscono isolati, nessuno li vuole intorno.
Ma l'errore è pensare che questa emarginazione affettiva sia frutto di un nostro errore, o di dinamiche sbagliate, che noi non riusciamo a seguire.
Questo allontanamento è solo perchè noi cominciamo a preoccuparci, a diventare ansiosi, a non capire più quando rilassarci.
E gli altri lo percepiscono.
Molti di noi hanno fatto scelte anni prima: famiglia, figli, un lavoro e così finiamo per tenerci le nostre nevrosi in seno, scaricandole su quelli che ci vivono intorno.
Ma quando, come me, la vita ci porta ad essere senza legami, ci si scopre fragili, ci si guarda dentro.
E le nevrosi non le puoi scaricare su nessuno, se non sui pochi malcapitati che ti arrivano a tiro.
La maggior parte della vita, invece, ti guardi in silenzio, cominci a pensare che hai sbagliato qualcosa, se sei così sola.
Non parlo del romanticismo, perchè quello c'è sempre, qualcuno che cerca sesso, o codipendenza, volendo, lo trovi sempre, la relazione di coppia è spesso la culla del rimpallo di nevrosi.
Io parlo di quegli amici che, pur volendomi bene, non condividono le cose con me, se non quando costretti.
Ho chiesto, ieri sera, a un'amica, di dirmi sinceramente se io ho qualcosa che allontana.
Lei mi ha risposto che io parlo troppo schiettamente e poi, sì, in effetti, do l'idea di essere strana.
Stamattina, ho avuto un attacco d'ansia.
Fortissimo.
Mi sono scoperta piena di sensi di colpa, piena di 'te l'avevo detto' e di recriminazioni.
Poi, ho ripensato a quante persone davvero strane ho conosciuto, che hanno una vita normale, un lavoro, amici e una vita sociale.
Io ho oltrepassato il limite.
Ma, soprattutto, non mi rispetto.
Questo ha fatto la differenza: io lo dico con lo sguardo, che sono strana.
Io lo trasmetto con il pensiero, che mi sento fuori posto.
Le persone eccentriche o strane che conosco e che, nella vita, hanno avuto successo sociale, sono convinte di essere giuste così.
Allora ho chiamato il mio terapista.
"Senti, mi hai detto che io, clinicamente, non sono pazza, che sono nevrotica ma non così tanto da giustificare una terapia. Mi spieghi allora questo?"
E lui mi ha risposto " Il primo sintomo di sociopatia è credere proprio che sia sempre l'altro a dover cambiare, l'altro quello sbagliato. Poi, se tu ti circondi di narcisisti, allora devi curare quello"
Ora, io mi sento di incolpare tutti gli altri della mia ansia, forse sto diventando una di quelle sociopatiche accertate...
O, come dice una mia amica "Prima di andare da un medico per curarti la depressione e l'ansia, prova a capire se non hai solo incontrato qualche stronzo".
Allora ci ho pensato.
E ho preso una camomilla.

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