martedì 11 novembre 2014

LA STUPIDITA'

Facebook per me è il bar che non ho mai frequentato, il muretto della mia infanzia, dove noi bambini del quartiere andavamo a sederci, aspettando gli altri.
Per questo tendo a cancellare le persone che non interagiscono, sono come quegli avventori che bevono il loro caffè e se ne vanno, o al massimo leggono il giornale o parlano solo con chi conoscono.
Per questo, io non prendo molti likes, nemmeno se metto qualcosa di interessante.
Gironzolando per altri profili, e non parlo di quelli con cui interagisco, ma dei famigerati "persone che potresti conoscere", mi sono accorta di quanto le persone tendano a mostrare foto allegre, gite serene, bevute in compagnia.
Se facessi un viaggio, vorrei farlo sapere a tutti?
Se una festa mi riesce bene, vorrei proprio dirlo a tutti, compreso i milleduecento amici che non so nemmeno chi siano?
A me piace vedere gente che è interessata a scambiare due chiacchiere, tre opinioni, anche qualche cazzeggio, ma la stupidità proprio non la sopporto.
La foto allegrissima, gli spazi infiniti dove ci siamo immortalati sperando di ricevere tanti likes non sono la nostra vita, sono una sceneggiata.
Ma è la parte di facebook che è slittata ai primi posti.
Perchè nessuno ha voglia di dire altro, perchè nessuno ha voglia di dire " io mi sto rompendo i c... della vita senza senso che sta vivendo il Paese e di conseguenza io"
Se hai più di trent'anni, fai fatica a trovare lavoro e non fatevi ingannare dai titoloni che dicono che i giovani non trovano più: i giovani ventenni trovano eccome, non ne conosco uno a spasso.
Conosco i ventenni che storcono il naso sui lavori umili, quelli si.
Ma sono i trentenni che non trovano, quella generazione che è nata con la crisi, l'ha sempre sentita nominare e si è abituata a non sognare, ad arrendersi.
E vivere di stupidaggini, come il fatto che la vita è bella se ti diverti, se hai un pò di osldi, se hai duemila amici, se sei popolare.
No, la vita è bella se il tuo dottore ti scrive due battute su un post, se il tuo amico, quello che vedi sempre e se proprio vuoi sentirlo lo chiami, ti scrive su facebook.
Se non ci sono soldi per un viaggio, o se il viaggio era una noia mortale, ci si vuole bene lo stesso e se divertirsi è fuori discussione, perchè c'è il mutuo, perchè il matrimonio va come va, si scrive ciao, o si mettono le foto dei tramonti, quelle con su scritto buona sera.
Come si farebbe incontrando un amico per strada.
Ci stiamo abituando alla mediocrità, al voler piacere a tutti i costi e non parlo della mia generazione, che ha vinto e ha perso e visto il mondo diventare dei potenti e basta.
Parlo di quegli stolti giovani che devono ancora vivere, che non hanno buttato giù il muro di Berlino, che non si sono rimboccati le maniche dopo la guerra, di tutti quei disillusi a cui i genitori, noi, forse non hanno insegnato a sognare.
Perchè è nelle crisi che si sogna, è quando non ci sembra ci siano speranze che si lotta e si riemerge.
La stupidità e l'oblio non hanno fatto mai avanzare nessuno.
E per rispondere al figlio di un'amica, che un giorno proprio su facebook mi disse che è colpa della mia generazione se loro sono così, ricordo che incolpare gli altri per le proprie cadute è la cosa più stupida che si può fare nella vita, a parte spendere soldi per incartare pacchi.

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