lunedì 2 giugno 2014

certo che ci credo




Alzi la mano chi non ha mai fatto questa domanda a qualunque entità abbia deciso di seguire.
Io me la faccio spesso, anche quando ho pensato di seguire la legge di attrazione.
Perché funziona agli altri e non a me era la domanda.
Se c’è un destino, mi chiedo perché il mio è così ingarbugliato e se c’è un Dio perché l’ha fatto così complicato.
Quello che mi fa impazzire è che le risposte, varie come le religioni e le filosofie, non mi hanno mai soddisfatto: cosa c’entra il karma, per esempio?
Già devo pagare in questa vita per le sciocchezze, volete caricarmi del fardello di pagare chissà per quante vite una sciocchezza che ho fatto, magari, in preda all’innamoramento?
Ecco: l’innamoramento.
Io ho fatto le stupidaggini migliori per innamoramento.
E badate bene che non lo chiamo amore, perché a cinquanta anni so distinguere l’amore dall’innamoramento.
“Eh, cara, l’avrai conosciuto in un’altra vita. E bada bene, che se non metti a posto le cose, ti ritroverai a corrergli dietro nella prossima!”
Così mi spaventava un’amica, ventilando l’ipotesi che l’uomo che vedevo scivolare via dai miei sogni era una vecchia conoscenza e dovevo acchiapparlo, se non volevo innamorarmene tre o quattro vite dopo.
Io mi innamoro sempre di uomini che vogliono donne belle.
“Karma” dice la stessa amica
Sono bruttacchietta perché, in qualche vita precedente, ero bellissima.
Un altro amico, scienziato, mi ha invece ventilato l’idea dei mondi paralleli, un posto dove c’è una Federica fichissima e che si prende i miei fidanzati.
Ora: io già ho difficoltà a volermi bene quel tanto che basta per non mandarmi a quel paese, se mi dicono così, già mi sono antipatica nell’altro universo.
“Concentrati e pensa positivo”
Fatto.
Non succede niente.
“Concentrati di più, se con il subconscio pensi negativo, si avvera il negativo”
Ma è se è sub-conscio, cioè sotto, sotto, come faccio?
“Pensa positivo per tanto tanto e poi il subconscio si adegua”
Ok.
Ripenso positivo.
No, non mi ha mandato niente, un messaggio, un whatsapp…niente.
Penso positivissimo.
Niente.
Con me non funziona.
“Eh, no. Funziona eccome. Si chiamano profezie autoavveranti: tu dubiti che ti chiamerà, anzi sei sicura che non lo farà e lui fa esattamente quello che tu hai pensato”
Allora come mai tu non sei ancora andata aff…
Le provo tutte: pensiero positivo, visualizzazione, preghiera, pensiero positivo, ringraziamento per quello che non c’è ancora.
Sì, pare che quello che chiedi, c’è già, ma tu non lo vedi, quindi se ringrazi l’universo lui si confonde e ti da quello che chiedi.
L’Universo è il nome che usano tutti quello che non vogliono dire la parola Dio.
Che oltretutto va bene, visto che Lui in persona, almeno a noi cattolici, ha detto di non usare quella parola.
L’universo, che è la forza intelligente e creatrice, la confondi con un ringraziamento anticipato?
Beh, da me non l’ha bevuta.
“Perché non ci credi”
Certo che non ci credo: non mi chiama da venerdì scorso.
E non l’Universo, che non per dire, ma ogni giorno me ne manda a dire parecchie, quello per cui penso positivo, quello che nell’altra vita ho preso sottogamba e oggi me lo ritrovo che devo dichiarargli il mio amore.
“Oh, no, magari era tuo padre, nell’altra vita”
Ecco, questa devo dire mi ha raffreddato un po’, almeno.
Mi sposto: preghiamo.
Ma…non si era detto: tutto quello che chiederete vi sarà dato?
“Eh, deve essere buono, non è che può darti una pietra al posto del pane”
Non gli ho chiesto una pietra: gli ho chiesto un cavolo di whatsapp per oggi.
Sono le 23 e trenta e non è arrivato.
Donna di poca fede: succedono tante cose in mezz’ora.
Alle 23 e 48 mi manda un whatsapp la mia amica Valeria.
Allora mi prende in giro?
Parlo dell’Universo.
Alle 24 è palese che non mi ha ascoltato.
“Non hai chiesto bene”
Devo chiedere il pane, non le pietre che sembrano pane.
Non ho fame, ma se continuate a confondermi magari la fame nervosa mi viene e un pane mi farebbe comodo.
Se credi come un granellino di senape, arriva.
Cosa, il granellino?
Ma nooo…quello che hai chiesto!
Devi credere che sia possibile.
Come faccio?
Non mi ascolta mai.
Se prego, metto in conto che questa volta potrebbe non ascoltarmi.
No, Dio ascolta sempre, qualunque sia il nome che usi.
Questa mi piace, vai avanti.
Magari non è il momento.
Ma, scusa, amica, non si era detto chiedete e vi sarà dato?
Nessuna condizione.
Eh, magari non sei stata buona....
Amica mia....
Va all'inferno.

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