sabato 30 agosto 2014

QUALCUNO MI HA DETTO CHE MI AMI ANCORA....

Una canzone di qualche anno fa, di Carla Bruni, diceva "Qualcuno mi ha detto che mi ami ancora...allora potrebbe succedere. Ma non ricordo chi me l'ha detto, era tardi, ricordo la voce, ma non riconosco i tratti"
Dice anche che il destino ci prende in giro, non ci da niente ma ci promette tutto.
Cosa succede nella nostra anima quando non siamo amati?
Perchè ci ostiniamo, se non con i fatti nel cuore, a restare legati a qualcuno che, almeno nel comportamento, ci trascura?
Quando mettiamo il nostro cuore nelle mani di un altra persona, pensiamo che lui o lei se ne prenderà cura.
Raramente ci accertiamo che ne valga la pena; partiamo in quarta, sfondiamo portoni e ci aspettiamo in cambio il cuore dell'altro.
E restiamo male se non accade.
In realtà, il cuore dell'altra persona è come il nostro, volubile, appassionato, ribelle.
Nella Carmen di Bizet, lei dice che l'amore è un passerotto che è inutile chiamare, un bambino di boheme che non ragiona: se tu non mi ami, ti amo, se tu mi ami, io no.
Ma noi, ogni volta, calpestiamo le sue leggi.
Che sono le leggi della libertà totale.
Ci sentiamo 'respinti'.
Ma non è vero.
Nessuno si può imporre di amare qualcuno, o di smettere di amarlo perchè soffre.
Quante volte abbiamo detto a un amico, o amica, "Smettila, lascia perdere, non vedi come ti ha ridotto?"
E quante volte abbiamo visto quell'amico, o amica, darci retta?
Impariamo invece a riconoscere le sue abitudini.
L'amore non è eterno, ma eterno è quell'attimo in cui appare: una luce, un lampo di eternità ed è quello che vogliamo trattenere, allungare.
Ci siamo sentiti vicino a Dio, niente ci ha fatto sentire così speciali, così immensi, finalmente abbiamo percepito la grandezza che è in noi.
E la vogliamo afferrare.
Per pochi di noi la consapevolezza del nostro valore va al di là di slogans new age.
La maggioranza vive scoprendola nell'amore.
E per questo ci rende folli, ci rende felici, ci rende ridicoli.
E allora abbracciamola, questa follia, questa divertente goffaggine, questa felicità, non lasciamo che ci rovini la vita, inaridendo il cuore, spaventando a morte la speranza in un nuovo amore.
Non leghiamo il nostro valore alla scelta di un'altro cuore che, per sua natura, è ingovernabile e altrettanto ribelle.
Uscite in giardino e provate a chiamare a voi un passerotto: provate, sforzatevi, fate di tutto per dieci minuti.
Se come credo, il passerotto se ne andrà dopo dieci secondi, restate lì a chiamarlo, chiamarlo ancora.
Fatelo, per dieci minuti.
Avrete la misura della volubilità dell'amore.
Vi vedrete per quello che siete: schiavi di un ribelle, che vi ha fatto folli.
E sorridete della vostra follia, non vi viene da ridere?
Ad aver pensato che il vostro valore si basa su un passerotto che se n'è andato dieci minuti prima?
Ad aver pensato che la vostra autostima, la vostra speranza, tutto quello che penserete d'ora in poi si basa sulla testardaggine di chiamare qualcuno che, per sua natura, da voi non verrà mai.
E adesso ridete della follia dell'amore, ridete della dolcezza di questa eterea stranezza e amate ancora, amate voi stessi, amate chi se ne va nonostante noi, nonostante voi, chi vi ha fatto sentire, come dice un'altra canzone, uno stupido clown sotto la pioggia.
Amare, dare in gioco il vostro cuore, è l'atto più nobile, più coraggioso che avete fatto e farete.
Quello vi ha dato la misura della vostra grandezza, non l'amore stesso, non l'altra persona.
Siamo tutti uguali, quando ci innamoriamo.
Siamo tutti uguali quando ci sentiamo grandi.
Siamo tutti uguali quando scopriamo che ci innamoreremo ancora.
https://www.youtube.com/watch?v=XvyMG0z0FZY

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