sabato 9 agosto 2014

IL SEGRETO DELLA FELICITA'

Ci sono molti libri, blogs, articoli, su come essere felici.
Ci sono molti metodi, in questi consigli, che insegnano a tenere a bada lo stress, ritrovare la serenità, combattere la negatività etc, etc, etc....
Come mai siamo tutti alla ricerca della felicità, mentre pochi di noi la assaporano e di solito per brevi momenti?
Perchè la felicità è complicata, quando la tristezza è così semplice?
Provate a pensare a qualcosa di spiacevole, un ricordo triste, una persona che vi manca, e subito la tristezza, la malinconia si insinuano nel cuore e si accomodano.
Se invece provate a pensare a qualcosa di gradevole, persino felice, per scacciare almeno un pò la tristezza, il meccanismo si inceppa, scricchiola e anche se ci si riesce, dura poco.
Ci guardiamo e non siamo felici, abbiamo bisogno di lezioni.
Io ne ho imparato una e ve la voglio raccontare.
Tutti sanno che vivo in grosse difficoltà economiche, molti talenti ma nessun lavoro, nessuno stipendio e tanti giovani che cercano e vengono prima di me.
Mi sono sempre chiesta come mai le persone che hanno un pranzo e una cena, sempre garantiti, anzi a volte devono mettersi a dieta, non pensano di condividere con me il cibo, darmi quello che per loro non è in discussione: il cibo.
Oggi una donna mi ha chiesto se avevo del denaro da darle. 
Di solito la mia elemosina si riduce a uno o due euro, il resto di una spesa al supermercato, ma oggi non ne avevo.
"Mi spiace, anche io faccio fatica" le dico, mentre lei sorride e risponde "Sì, capisco"
Penso alle due piccole banconote nel mio portafoglio, gli ultimi euro prima di essere definitivamente senza niente, e mi chiedo perchè mai dovrei condividere con una sconosciuta quel piccolo tesoro, che per me significa una cena e un pranzo dove scelgo cosa mangiare.
E improvvisamente caisco che condividere è doloroso.
Condividere scombina i piani e fa capire che siamo avidi.
E a nessuno piace.
Nei dieci secondi che sono passati tra il mio pensiero a quelle banconote e la decisione di darle la metà, e rinunciare alla mia cena, ho visto il male del mondo, la mancanza di fede e come tutte le belle parole sulla felicità siano vane e inutili.
Mentre le davo la mia piccola fortuna, mentre già vedevo i suoi occhi brillare, pensavo ancora a cosa potevo fare con quel denaro, alla torta che non potrò farmi, all'insalata capricciosa che chissà quando mi potrò permettere.
E ho sorriso.
"Ecco" ho detto " facciamo metà per uno, oggi"
E lei ha aperto una borsa che aveva e mi dice:
"Mi hanno regalato questa coperta adesso, è tua"
La guardo: è una coperta di quelle rustiche, bianca con le righe marroni in parte, quelle da ospedale, militari.
Il suo piccolo tesoro.
Ho sorriso e ho detto.
 "Grazie, le ho"
Ed è vero.
Ho ho decine di coperte più belle, davvero, ereditate da una famiglia numerosa che ormai non vive più con me.
Ma il gesto di una persona che ha capito quanto prezioso era il mio tesoro e ha condiviso il suo con me mi ha reso felice.
Siamo indaffarati, siamo tristi, siamo stanchi.
Non ci ricordiamo più cosa vuol dire condividere.
Condividere un sorriso, condividere un'emozione, condividere un disagio.
 Ci siamo dimenticati di vivere, perchè siamo indaffarati a stipare tesori, sapendo bene che non siamo eterni come loro, ma ancora spaventati da quello che ci può accadere.
Nessuno mi può garantire che vivrò fino a quella cena a cui ho rinunciato, nessuno mi può garantire che devo preoccuparmi di cosa mangerò domani.
Eppure è l'assillo più grande che ho oggi.
La mia lezione sulla felicità?
Diamo il nostro tempo, il nostro cuore e, sì, anche il nostro denaro.
Andiamo a scovare chi ha bisogno, diamo, diamo, diamo.
Senza scuse, senza stanchezze.
Andiamo all'associazione più vicina che si occupa dei poveri e diamo una cena, un pranzo, una colazione.
Fermiamo un povero e offriamogli qualcosa.
Telefoniamo a qualcuno che sappiamo essere solo.
Diventiamo creativi del dare.
Diamo amore, empatia, umanità.
Madre Teresa di Calcutta, Santa Teresa di Calcutta, disse un giorno ai giovani accorsi a migliaia nella sua città per offrire la loro vita a lei e al suo ordine:
"Tornate a casa e abbracciate la vostra Calcutta"
E' la cosa più difficile da fare, abbracciare chi conosciamo e magari ci ha fatto qualcosa.
Abbracciare qualcuno di cui non ci accorgiamo nemmeno.
Prendete il vostro piccolo tesoro di oggi, qualunque sia, e regalatelo.
Sentirete un piccolo dolore, che diventerà felicità.

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