mercoledì 20 agosto 2014

LA VITA E' STRANA

Quando meno me lo aspettavo, ho visto un raggio di luce nella gente.
Ero depressa, dopo molti tentativi di lavoro, di risalita, di qualcosa che rendesse la mia vita più facile, insomma.
Sono un'autrice e una blogger e  faccio letteralmente la fame, mi dicevo, nella mia vita non succede niente e i bloggers che sono nei primi dieci posti della classifica a me non piacciono. Non farei un blog così, non scriverei cose così.
Caspita, sono tagliata fuori? Se il mio gusto non è comune, significa che il mio blog non interesserà se non ad alcune persone, che guardano che io non parli male di loro?
Potrei farlo.
Parlare male delle persone che detesto, così da far accorrere tutti a vedere il gossip del giorno.
E ne ho di persone di cui sparlare...eeeh se ne ho.
Quelle che credono di saperla tutta loro, quelle che mi danno consigli, ma che dico consigli, ordini perentori e dritte su cose che non conoscono, sicuri che la mia disoccupazione venga dall'indolenza.
Hmmm...no, poverine, le capisco.
Se vedessi una che non lavora da anni, penserei anch'io che non fa niente per cercarsi e trovarsi un lavoro.
Nemmeno io conosco una che non lavora da anni.
Per carità...lavoro a tratti, negli anni ho lavorato, ma mai assunta.
E che dire di quelle persone che vorrebbero approffitare della mia situazione per farmi lavorare per due lire, ottenendo da me lavori manuali altamente di fino e pagarli come ramazzare le strade?
 Che detto tra noi, essendo faticoso, ramazzare le strade dovrebbe essere pagato a peso d'oro.
Hmm...no, devono già sopportare la loro cupidigia, perchè levargli il pensiero di essere nel giusto? Tanto, non ne avranno mai abbastanza, di denaro.
Ci sono poi le persone che non ti cercano mai, le persone che organizzano matrimoni e si sposano senza invitarti, perchè ci sono solo gli intimi, che poi sono gli amici, i parenti degli amici e gli amici degli amici degli...mi sono persa.
Non mi invitano perchè non da prestigio avermi.
Non si invita una che è sì povera, ma sveglia e vede tutto.
E può parlarne nel blog.
Ma, insomma, ero lì che vagliavo di scagliarmi contro il mondo e, d'un tratto...
Una vecchia conoscenza, ci conosciamo da bambine, mi manda un messaggio su facebook.
E si apre un mondo di generosità, di stima, di sensibilità che non avevo mai visto.
Resto squinternata, per un pò, ma mi riprendo.
N
o, mi dico, non può essere uno scherzo.
I giorni seguenti scopro cosa significa non essere giudicata male, accettata a priori, considerata per quello che sono: una persona a cui alcune cose sono andate male.
Non è solo l'aiuto materiale e i regali che questa persona mi ha fatto, ma il modo, discreto e impalpabile, con cui mi aiuta, con cui sembra stia facendo qualcosa per una di famiglia.
E mi ha interrotto il flusso di rabbia, di scocciatura verso il mondo e le macchiette che la vita mi ha dato come interlocutori avventati.
Mi sono detta: ma se ci sono persone così, perchè prendermela per gli scocciatori, i lamentosi, i sotutto io?
Cosa mi importa quanti ne incontro, se anche una sola persona perbene rimette l'anima a posto?
E mi sono quietata.
Guardo la dispensa, riempita da questa straordinaria amica, e guardo il mio futuro, forse meno nero, comunque pieno di speranze.
Magari speranze che andranno in fumo, ma condivise, regalate insieme ai ravioli.
Questa settimana è stata per me una vacanza dall'angoscia di costruirmi, a cinquantanni, ancora un futuro.
E non la dimenticherò mai, come non si dimentica un viaggio in un luogo meraviglioso.

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