giovedì 14 agosto 2014

LE MIE LACRIME PER ROBIN WILLIAMS

Non ho mai pianto per un attore.
Mi rattristò molto la morte di Whitney Houston, mi chiedevo come mai una donna splendida come lei fosse cosi sola.
Non ho mai pianto per un uomo che non conoscevo come ho pianto per Robin Williams.
Un uomo che amavo non solo perchè era bravo, ma perchè aveva provveduto a pagare le spese mediche di Christopher Reeve, che dopo decenni di malattia non aveva più soldi.
Era un uomo che sapeva cos'è l'amicizia.
Come mai non l'aveva?
Perchè era solo quando ha deciso che la vita era diventata insopportabile?
Quante volte si stanca un amico perchè gli raccontiamo, per la decima volta, quanto siamo tristi?
Quante volte gli amici 'hanno da fare', impegnati a rimpinzare il loro futuro di sicurezza economica ed emotiva.
La famiglia, il lavoro, le faccende.
E liquidiamo, sbrigativamente, l'amico che ha bisogno di noi.
A volte gli diamo il peso di un'incapacità a reagire che dovrebbe essere il nostro compito.
E lo lasciamo solo.
Ho pianto per Robin Williams perchè so cosa ha pensato, un attimo prima di decidere che la vita era intollerabile.
Ho pianto perchè so che, anche se gli volevamo tutti bene, non c'era nessuno a dirgli che quel momento sarebbe passato, che era solo un modo di vedere, che dai Robin non fare così, passa tutto, nella vita.
Perchè io so cosa vuol dire avere la morte nel cuore e sentire la frase 'sono davvero molto impegnato'.
Non chiedo più, adesso.
Ma do a chiunque  chieda, avrei dato anche a Robin, se fosse venuto da me.
Ma non lo conoscevo.
Ieri, Russell Crowe ha fatto gli auguri a un ragazzo, su Twitter, solo perchè glielo aveva chiesto.
Mr Crowe, lei mi ispira ad essere una persona migliore e la prego, se mai dovesse sentirsi solo, mi chiami e non perchè lei è una star.
Ma perchè io so cosa pensava Robin un attimo prima di dirci addio.

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