giovedì 9 aprile 2015

SE I PERSONAGGI SONO IN CERCA D'AUTORE

Chiedo scusa a Pirandello, che amo, per aver abusato del suo titolo, ma mi viene spesso in mente, in questi giorni.
Sto finendo di scrivere il mio nuovo giallo, cercando, insieme ai personaggi, di scoprire chi è stato e perchè.
Insieme a loro, il mio cuore ha accelerato, sofferto, sobbalzato; ho imparato a conoscerli, parlare con loro e dirgli cosa fare.
Come ogni autore sa, i personaggi vengono uno ad uno, si presentano nelle ore più impensate, entrano nella tua vita e rimangono finchè la storia non finisce.
Per questo, gli autori tradizionali, hanno una cosa che gli autori artigianali, come me, invidiano più di ogni altra cosa: un editor.
L'editor è quella persona che lima, corregge, sistema il romanzo fino a farlo diventare leggibile, pronto per il lettore.
Perchè un autore si trova di fronte a una situazione che è solo sua: confusa, caotica e impresentabile.
Provo a spiegarla con una metafora:
Arriva il primo personaggio, verso sera, quando stai per andare a farti la doccia che finisce il tuo giorno.
Sei lì, che ti massaggi la schiena e flap: arriva.
Ci sono le presentazioni, certo, i capelli così, gli occhi così, il nome di battesimo.
Il mio è stato : Francesco.
Allora tu, autore, ci pensi per buona parte della notte: chi sarà mai Francesco e perchè sembra così triste?
Verso il mattino arriva il cognome: Francesco Parise.
E' sparito.
Un giorno ha lasciato moglie e figli e se n'è andato senza una spiegazione.
Così, cerchi la famiglia, indaghi, cerchi di scoprire cosa può essere successo.
Ma, come in ogni giallo, i cattivi sono reticenti, sembrano i buoni e i buoni sembrano cattivi perchè nessuno si fida di nessuno, nei gialli.
Cominci a scrivere, scrivere, scrivere.
E quello che viene fuori è una nebulosa immensa, che capisci solo tu, con virgole al posto sbagliato, troppi punti esclamativi e troppi personaggi.
Decidi di lasciarne qualcuno, lo cancelli, ne metti un altro; alcuni personaggi
ti supplicano di dargli almeno una comparsata e tu ce lo fai stare.
E alla fine, quando ti hanno detto il colpevole e il movente, ti salutano tutti, tornandosene da dove sono venuti.
E tu, in quella stanza vuota, illuminata solo dal computer acceso, devi limare, correggere, rendere leggibile quell'incontro durato pochi mesi.
Ma loro se ne sono andati, a malapena ti ricordi le loro voci, i loro sguardi e in quel silenzio innaturale, devi ripetere i loro discorsi, le loro tristezze, i loro sogni.
E lo fai.
Limi, correggi, interroghi qualcuno che non ti risponderà più.
E porti nel cuore personaggi che presto consegnerai ai tuoi lettori, che li leggeranno e, speri, li ameranno, vivranno con loro il tempo di un libro.
Francesco Parise presto vi verrà presentato, insieme alla sua famiglia e alla sua grande casa a Verolanuova.
Tempo fa, vi ho presentato il cancelletto chiuso di Villa dei Girasoli.
Oggi, vi faccio entrare e vi presento il capostipite: Francesco Parise.

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