venerdì 16 gennaio 2015

DISCUTERE SU FACEBOOK

Facebook e tutti i suoi nipotini, pinterest, instagram e tutti quei luoghi virtuali in cui ci troviamo a parlare, diventa spesso lo specchio della nostra anima, raccogliendo gli umori della nostra giornata.
Molti dipingono una loro vita fatata, piena di eventi, foto felici, incontri e foto.
Altri mettono foto divertenti, links ironici, ma sempre in linea con le loro idee, le loro speranze di giornate belle e piene di amore.
Tutti, abbiamo la possibilità di cancellare e persino bloccare qualcuno che ci da fastidio, anche se quell'opzione facebook l'ha fatta per cancellare gli stalkers, quelli che diventano pericolosi.
Quando abbiamo scoperto che bloccare qualcuno, o levargli l'amicizia, era così corroborante per il nostro ego?
Forse un giorno che, rabbiosi, ci siamo scagliati contro qualcuno e abbiamo scoperto che levare l'amicizia era il gesto più offensivo che potevamo fare, visto che tutti lo vedono.
Chissà, fatto sta che abbiamo cominciato a sentire quel senso di onnipotenza che prima avevano solo le persone di prestigio sociale, cioè definire il valore di qualcuno emarginandolo.
"Guarda, ha solo 100 amici" si usa dire adesso...come prima ci si rivolgeva guardando un mentecatto, o una donna sola, senza pensare che magari quelle persone vogliono solo amici veri, conosciuti davvero.
Quando qualcuno non ci piace, zac, cancellato.
Facile.
Veloce.
Lo posso fare anche io.
Quando ero depressa, cancellavo tutti, mi compiacevo di vedere il mio profilo senza un amico.
Cancellavo così il mondo.
Poi, ho scoperto che posso, quando odio il mondo, chiudere il mio account, per riaprirlo appena lo desidero.
Così, ho perso quel salutare e sincero scontro visivo, in cui qualche amico mi manda a quel paese perchè sono nervosa e cel'ho con tutti.
Zac.
Nessuno a controbattere.
Sono sola.
Lì.
Con la mia indignazione.
Con le mie ragioni.
Non si può dire davvero cosa passa per la testa, su facebook.
Perchè una parte dei 2576 amici si offenderebbe comunque.
Allora si postano foto di albe e tramonti, di vacanze vere o sognate, di amici e familiari felici.
Qualcosa che va bene un pò con tutto, come il tubino nero.
Ma se si posta un'opinione, allora non va bene.
Una volta c'era il bar.
Le discussioni al bar vedevano improbabili allenatori di Inter e Milan azzannarsi per dire dove mettere un giocatore.
Poi, si andava tutti a casa e ci si vedeva il giorno dopo.
Nessuno si offendeva, nessuno credeva di essere un pirla perchè qualcuno gliel'aveva detto.
Oggi no.
Se dici pirla a uno, lo hai detto davanti a 2430 persone.
E lui si scoccia.
Le nostre vite non ci piacciono più, abbiamo visto le vite belle in tv e vogliamo anche noi essere felici.
Invece non abbiamo più tanti amici, hanno da fare, lavorano e poi la famiglia.
Siamo soli.
E se una foto prende tre mi piace e vediamo che la nostra amica ne prende 123, ci crediamo forti, facciamo spallucce.
Ma appena qualcuno ci critica, diamo fuori, accusiamo chi l'ha fatto di essere arrogante.
Senza conoscerlo, senza sapere perchè è così nervoso.
Ci ha offeso.
Punto.
E il giorno dopo, al bar, noi non ci saremo.

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