mercoledì 14 gennaio 2015

CI SONO COSE CHE PROPRIO NON SI POSSONO DIRE

E' buffo come ci siano tante cose che abbiamo imparato a non dire.
Certo, poi andiamo dal dottore a farci prescrivere i tranquillanti, le medicine per l'acidità di stomaco e ci viene la pressione alta, il cuore fa cilecca...
Ci ammaliamo di cose non dette, di battaglie non combattute, come diceva Pessoa.
Alcuni danno di matto, sparano a una scolaresca, o a un giornale, o ai vicini.
Sì, lo so, non tutte le stragi sono uguali, ma davvero è più spiegabile la strage di Parigi di quella alla maratona di Boston?
Abbiamo imparato a non parlare con i nostri figli, con i nostri amici, con i nostri cari.
Tanto abbiamo facebook, whatsapp, le emails.
Abbiamo imparato a mentire.
Bene.
Abbiamo la scusa per ogni cosa, il sorriso infingardo per ogni persona che non ci piace.
Ma la sera, quando torniamo a casa, quei sorrisi,  ci mangiano dentro.
E non abbiamo imparato a rilassarci.
La buona società non permette a chi non è daccordo di dire che non è daccordo.
No, se la maggioranza dice una cazzata, diventa la cosa giusta.
Ma se una persona dice la cosa giusta, diventa una cazzata.
Allora tu impari a saltare sul carro dei vincitori.
Sempre.
Tanto, ti dici, non si può cambiare il mondo.
E così, ti fai sfuggire l'occasione di cambiare te stesso.
Perchè non è il mondo che deve cambiare, lui è lì per far cambiare te.
La tua vita è lì per far cambiare te, diventare un essere umano degno della sua specie.
Ma poi resti solo.
Ti accusano di esssere troppo nervoso.
E tu non hai voglia di raccontargli che hai sorriso troppe volte, ti sei sentito calpestare troppe volte.
Ti hanno tradito troppe volte.
Ma loro non capiscono, loro non sono lì per capire.
Devi capire tu.
Devi capire che il mondo non si cambia, gli altri non si cambiano.
Devi cambiare tu.
Diventare una persona che non tradisce gli amici perchè sa che farlo è da vigliacchi.
Diventare una persona che è fiera di dire la sua.
Ma devi imparare a dirlo senza la rabbia che ti hanno regalato quelli che ti hanno tradito, che ti hanno calpestato.
Ricordandoti che tanti ti hanno aiutato, voluto bene.
E grazie a loro, diventerò una persona migliore.
Ho fatto il conto di quanti mi hanno calpestato e quanti mi hanno aiutato a rialzarmi: caspita gli ultimi sono molti di più.
Ma molti di più.
E io non sono una persona popolare.
Vuol dire che i malfattori, gli amici perfidi, sono pochi e lasciargli rovinare il lavoro degli altri è una vittoria che non voglio dare.
So che le persone che mi hanno ferito, soprattutto due persone che lo hanno fatto adesso, non hanno gli amici che ho io.
Viva la vita.

Nessun commento:

Posta un commento