giovedì 26 febbraio 2015

IN PAUSA

Ma dove sei stata?
Ma non scrivi più?
Anche io ho i miei affezionati, mi sono detta.
Pausa.
Perchè quando si parla di noi stessi, si condivide quello che succede, bisogna avere l'integrità di mettersi in pausa quando quella voglia di condivisione non c'è, oppure quando non accade nulla.
In quale contrattempo sia caduta io resterà un mistero, ma oggi ricomincio a scrivere.
Ieri mi è capitato tra le mani un libretto, carino e serio, su come diventare una fashion blogger di successo.
Venivano presentate le dieci bloggers più in nel nostro Paese e veniva loro chiesto come avevano fatto a diventare delle top.
Ho visto così che l'umiltà, l'assenza di finta spavalderia o arroganza difensiva facevano di queste donne, letteralmente catapultate nel successo, delle vincenti.
Donne che non avevano fatto un blog per avere successo, ma perchè facevano qualcosa che le appassiona.
Addirittura hanno ammesso, tutte, di avere avuto molta fortuna.
Noi umani chiamiamo fortuna quel risultato che sfugge alla nostra logica.
Possiamo fare le cose svogliatamente, ma alcuni fattori le fanno riuscire: anche quella è fortuna.
Possiamo fare tutto precisamente come va fatto, metterci la passione e la serietà e le cose non volano, così noi cambiamo mestiere.
E strada.
Anche quella è fortuna.
Ma loro, queste giovani donne, dicono proprio che gli si è aperto un mondo senza sapere perchè.
Capita.
Fai fatica anni, decenni e poi succede tutto subito.
E' una costante delle persone, soprattutto in ambienti creativi, che fa dei tenaci delle persone di successo.
Allineare i pianeti, come si usa dire, non è nostro compito: nostro dovere è fare tutto costantemente, aspettando l'allineamento delle circostanze.
Sperare quando non ne abbiamo più voglia è grandezza.
Noi tenaci, ma sconosciuti, siamo ridicoli.
Spesso.
La gente, che ha smesso di sperare, che ha smesso di sognare, ci deride perchè deride la loro storia.
Il mondo ci emargina perchè ha emarginato i suoi desideri, convinto che se si suda si è perdenti e non ne vale la pena.
Invece noi, che qualche giorno piangiamo, andiamo avanti.
Poi, un giorno, ci sarà il sole, tornerà il caldo, torneranno le rondini e bisognerà dar da bere ai vasi del terrazzo.
E noi non avremo ancora sfondato quel muro che ci divide dai nostri sogni.
Ci saranno persone che potevano aiutarci e non l'hanno fatto e ci diranno che siamo ingrati, se solo osiamo notarlo.
Ci saranno persone che avrebbero potuto darci quella spinta che ci avrebbe dato la vittoria.
Ma non lo faranno.
E noi continueremo a correre, cadere, prendere la rincorsa e riprovarci.
Non importa dove finiremo, perchè da dove lasceremo noi, comincerà qualcun'altro.
E noi, dal cielo, gli sorrideremo, come forse qualcuno sta facendo a noi e ai nostri sforzi.

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